PostHeaderIcon CASINA di Tito Maccio Plauto

VII RASSEGNA DEL DRAMMA ANTICO

dal 16 al 19 Novembre

La Compagnia Teatrale dell’Università degli Studi di Milano presenta

loc_casina_foto_1

CASINA di Tito Maccio Plauto



regia di Claudio Marconi
con Eleonora Guido, Sergio Longo, Patrizia Aiazza,Sergio Lomazzi, Vincenzo Maria, Cristiano Di Vita, Cinzia Farina, Sabra Del Mare

adattamento Sergio Longo

 

La Casina di Plauto è la storia di una carnascialesca beffa giocata a un vecchio (aspirante) satiro, che spasima per ragazza giovane e bella, ma si ritroverà ad abbracciare un servo.

Si tratta di una farsa elementare, grassa , divertentissima: scritta per
un pubblico volgare, spesso turbolento, al quale era necessario prima spiegare la trama nel prologo per poi tenerlo avvinto con lazzi triviali che sbeffeggiavano pesantemente le umane magagne, senza deridere mai troppo virtù e valori condivisi.

E in effetti l'allestimento di Claudio Marconi e l'adattamento di Segio Longo vogliono prima di tutto restituire lo spirito che animava la commedia latina delle origini, rivisitazione a sua volta di quella greca, in chiave però più terrigna ed eccessiva.
l'impianto scenografico è essenziale, ma fedele ai canoni classici della “scena comica”, che trasforma il palcoscenico in una sorta di arena circense, dove gli attori entrano ed escono a vista, in un gioco divertito e divertente di interazione tra scena e fuori scena, tra attore e personaggio.
0578La Casina mostra
al pubblico quanto ancora attuali siano le tematiche, i ritmi, gli espedienti del comico di ventidue secoli fa; e questo allestimento lo evidenzia in un continuo gioco di contaminazioni tra classico e contemporaneo.  In tale direzione vanno lette le “sporcature” contemporanee dei costumi, tanto filologicamente latini, così pure la presenza di oggetti di scena odierni, ed infine la scelta di usare interventi barocchi e rock nelle musiche di scena.




Luci: Fabio Bezze, Marco Delle Foglie
Scenografie: Laura Laciniati
Costumi: Paola Arcuria, Michela Toselli.
Regia Claudio Marconi